La retrocessione, purtroppo, è
dietro l’angolo e mi piange il cuore solo a pensarci. I problemi sono sotto gli
occhi dei tifosi che nonostante tutto seguono ancora il Guidonia ed è a loro
che scrivo e ho sempre scritto in maniera libera. Il pensiero di tutte quelle
persone che hanno a cuore il Guidonia è rivolto alle ultime cinque partite,
alla ricerca di un miracolo sportivo.
Contatevi e guardatevi negli
occhi tifosi guidoniani: non è vero che siete pochi, non è vero che non vi
meritate niente. Chi lo dice è in malafede, vuole solo sminuire la vostra
passione. Tifosi guidoniani, voi siete sparsi in tutto il mondo, dall’Argentina
agli Stati Uniti, dal Brasile all’Inghilterra. Ogni settimana questo blog
riceve visite da paesi lontani dove evidentemente un concittadino emigrato si
collega per sapere qualcosa sulla sua squadra, sul Guidonia. Quante società
possono dire la stessa cosa?
Oggi la squadra ha bisogno di
voi, ha maledettamente bisogno di un sostegno morale. Quante salite si possono
affrontare? Quanti ostacoli si possono superare? Da soli si cade subito. Questi
uomini, quelli cioè che compongono una rosa costruita in fretta e in furia in estate, anche se da soli e controvento, sono arrivati alla giornata 29 con
qualche piccola speranza. Non è poco.
Vedete, questo club non è di una
persona, non è di una famiglia, ma è di Guidonia Montecelio e dei figli di
questa città. Chi gestisce questa squadra ha una grande responsabilità, forse
incompresa.
La retrocessione è una
retrocessione, è un dolore per un tifoso e quando si materializza la categoria
poco importa. Oggi noi siamo in Eccellenza, con un piede e mezzo in Promozione.
Ma dobbiamo lottare, siamo chiamati a farlo.
Perdere fa parte dello sport, ma
negli ultimi tempi a Guidonia si è perso troppo e in maniera pesante. Questo
non è possibile, è figlio di un ambiente che purtroppo ha perso lo slancio di
una volta.
Quello che chiedo ai tifosi è di
continuare a sostenere la squadra che nonostante le enormi difficoltà continua
a lavorare con serietà sperando di riuscire a salvare il salvabile, magari con
un colpo di fortuna. L’orgoglio di questi ragazzi, credetemi, è infinito. Il
cuore, il nostro cuore giallorossoblù batte ancora, e va di pari passo con il
coraggio di affrontare sfide sempre più difficili e sempre più impossibili.
Domenica a Monterotondo sarà
importante onorare la maglia, affrontando l’impegno in maniera seria. Si
scenderà in campo senza tanti titolari, causa squalifica. I problemi, però, non
finiscono qui. Dovremmo essere tutti uniti verso un unico obiettivo, ma è
inutile nasconderci: non lo siamo. La realtà è il contrario della logica: siamo
rimasti in pochi a credere in questi giocatori, in parecchi hanno già deposto
le armi oppure non le hanno mai indossate.
Io, da guidoniano, non mollo.
Come me altri.
Credo in questo gruppo, credo in
questa squadra, credo nell’Acd Guidonia Montecelio.
Fino alla fine. E’ il bello del
calcio, è il bello della vita.
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